La Giostra Cavalleresca

L'antica Giostra Cavalleresca risale agli Svevi e fu molto in voga al tempo degli Aragonesi. Poi intorno alla metà del '600 la mancanza e la "disapplicazione" dei cavalieri costrinse la città a dismettere la manifestazione, che a quei tempi si svolgeva per ben due volte nell'arco dell'anno. Fortunatamente, nel 1995, la Giostra è rinata e il successo è stato clamoroso e oltre alla classica gara si organizza una Giostra Europea che ha visto impegnate città venute da diversi paesi europei.

Naturalmente la versione odierna è stata adattata ai gusti e alle esigenze moderne, riducendo soprattutto il lato cruento di questa manifestazione medioevale. A quei tempi la Giostra prevedeva uno scontro alla lancia tra il cavaliere e il "mantenitore", personaggio solitamente di ascendenza nobile e protetto da un'armatura.

Il campo di gara veniva diviso in due da una staccionata e i concorrenti partendo dai "tre archi" dell'Acquedotto dovevano La botta in piena corsa piazzare la "botta" al mantenitore, posto dall'altra parte del divisorio. La punta della lancia veniva bagnata di vernice bianca in modo da lasciare un segno visibile sulla corazza e, a seconda della parte colpita, venivano assegnati dei punti: tre per il colpo alla testa o alla mano, due per quello alla gola, uno per le altre parti del corpo. I punti venivano raddoppiati se la lancia si spezzava o se la botta procurava sanguinamento: quest'ultimo era anche valutato nel caso si parità, ossia vinceva chi aveva procurato maggiori ferite al mantenitore.

La Giostra odierna invece è organizzata su un campo di gara a forma di otto, Il campo di gara lungo il quale sono poste le quattro sagome dei mantenitori, oggi di cartapesta, da cui pendono tre anelli, da 6, 8 e 10 cm, che devono essere infilati con le lance. Ogni cavaliere rappresenta uno degli antichi Borghi o Sestrieri in cui era divisa la Sulmona medievale e che oggi sono tornati nuovamente un punto di riferimento per gli abitanti del centro storico. La presentazione dei cavalieri e delle insegne viene affidata ad un corteo storico di oltre 400 figuranti, composto da sbandieratori, tamburini, suonatori di chiarine, dame e armigeri, in perfetto stile medioevale, che sfilano lungo Corso Ovidio.

Il punteggio è calcolato sul numero e la dimensione degli anelli infilati e in caso di parità prevale chi ha impiegato il minor tempo di esecuzione. Gli scontri sono diretti e si effettua un girone eliminatorio seguito da semifinali e finali. Al cavaliere vincente viene assegnata una catena d'oro con la medaglia raffigurante lo stemma cittadino, opera dei maestri orafi sulmonesi, mentre al Borgo o Sestriere va il Palio, disegnato ogni anno da un diverso artista.